lunedì 19 ottobre 2009

“Udite udite!”: un risveglio con il banditore

Il mattino seguente piovigginava. Saremmo dovuti ripartire, ma considerato il tempo, la difficoltà del percorso e la simpatia di Rakoto e tutto il clan, abbiamo deciso di fermarci ancora una notte. Era ancora mattina presto quando l’ho sentito per la prima volta: era proprio un banditore! Si, proprio lui, quello che nelle favole fa sempre il suo ingresso con un sonoro: “Udite! Udite!!!”. Risulta che a Sakaivo, come nei villaggi medievali, le notizie di interesse pubblico si diffondono così, con questo personaggio che sale sulla collina al centro del paese e si mette ad urlare, in modo che i suoi strilli raggiungano tutti gli abitanti. Tendo l’orecchio per cercare di capire che cosa stesse dicendo. E riesco a distinguere le parole: “Vazaha”…”Mahay teny gasy”…Ma… sta parlando di noi! E che cosa sarà mai? Vado da Rakoto a chiedere lumi. Lui, che mi accoglie col suo solito sorriso, mi spiega che quella mattina uno dei suoi nipoti più giovani ha perso dei soldi (15.000 Ar , una bella sommetta) nella piazza centrale del paese. Mi dice che qualcuno li ha trovati, una ragazzina, ma che non si sa chi è, né lei sa a chi restituirli. Allora al banditore è stato affidato il compito di persuaderla. E come spauracchio - e qui entriamo in gioco noi! - le è stato intimato a gran voce che è meglio che si risolva a farlo in fretta, perché in paese ci sono dei vazaha, che parlano pure malgascio, e possiedono uno strumento tecnologico (una macchina della verità??) in grado di individuare bugiardi e malfattori. Rakoto non fa in tempo a finire di raccontarmi la storia, che la madre della bambina entra per restituire i soldi.
Eccoci dunque: abbiamo partecipato indirettamente al compimento di una buona azione! E abbiamo pure toccato con mano che la minaccia dell’uomo bianco (come quella dell’uomo nero da noi!) continua a funzionare, ahinoi!

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